Sicura Domus installa impianti d’allarme a Milano e provincia, per case, uffici e negozi.
Una delle principali paure degli italiani è la criminalità, presente sul territorio in cui vivono. Quella di subire furti e rapine è, secondo una recente ricerca dell’Ipsos – una delle più grandi aziende di servizi di ricerca e marketing – la seconda più grande preoccupazione degli italiani, dopo i problemi dovuti all’economia. L’incolumità della famiglia e dei propri averi resta quindi una delle prerogative dei cittadini, sopratutto di quelli che abitano in città ad alto tasso rischio come Milano, incoronata da una recente indagine, come la città con la più alta percentuale di furti.
Come si sceglie un impianto d’allarme?
Per potersi dire veramente al sicuro non basta installare un impianto d’allarme: bisogna sceglierlo nel modo giusto, tenendo presenti le esigenze di chi lo acquista, e le caratteristiche dell’ambiente che bisogna proteggere, che sia la casa o il negozio.
A fare la differenza tra i diversi sistemi d’allarme, oltre alla qualità dei materiali e alle funzioni della centralina, sono i tipi di sensori, che generalmente si dividono in:
rilevatori da esterno o da interno;
contatti magnetici, in genere utilizzati su porte e finestre;
sensori immuni agli animali e ai falsi allarmi;
con doppia o tripla tecnologia.
È inoltre possibile avvalersi di barriere a raggi infrarossi o a microonde, e anche di sensori con all’interno delle telecamere. Ulteriore particolarità è data dalle sirene, che possono essere anti-vandalo o anti-schiuma, in modo da resistere ad eventuali manomissioni. Una scelta ponderata è quindi d’obbligo, come lo è anche l’aiuto di un esperto, che possa consigliarvi al meglio sulla soluzione da adottare, sopratutto per quanto riguarda i sistemi di attivazione e disattivazione: vero confine tra un impianto d’allarme per la casa e uno per attività commerciale.
Alcuni degli impianti dall’allarme al momento sul mercato possono essere programmati tramite computer, e permettono l’accesso anche tramite sms. Se per esempio, qualcuno deve entrare in casa e non dispone del codice d’accesso, il sistema può essere disattivato da remoto per il tempo necessario. Altri sistemi d’allarme invece, vengono attivati o disattivati tramite chiavetta, lettori di badge o codice personale, da digitare sull’apposito tastierino numerico.
Impianti d’allarme e Bonus ristrutturazione edilizia.
Da diversi anni ormai il Governo, all’interno dell’annuale Legge di Bilancio, approva una serie di agevolazioni fiscali per la casa: ossia una serie di detrazioni riservate alle persone fisiche, che realizzano delle ristrutturazioni o “miglioramenti” alla propria abitazione. All’interno del Bonus ristrutturazione edilizia sono comprese anche delle agevolazioni, impropriamente chiamate bonus sicurezza, riservate a chi decide d’installare, sostituire o migliorare gli impianti di sicurezza.
L’agevolazione, per la quale è possibile fare domanda entro il 31 dicembre 2018, è pari al rimborso del 50% della spesa sostenuta, che avviene tramite la detrazione IRPEF di 10 rate annuali, a partire dall’anno successivo a quello in cui sono stati effettuati i lavori.
Le condizioni da rispettare per ottenere il bonus sono:
l’installazione dell’impianto d’allarme deve avvenire ad opera di un professionista, in possesso della certificazione 37/08, ex 46/90, che lo autorizza ad operare su impianti domestici;
il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico parlante;
nella dichiarazione dei redditi è necessario indicare l’importo per cui si chiede la detrazione, e i dati catastali dell’immobile su cui l’intervento è stato effettuato;
bisogna conservare tutti i documenti relativi ai lavori, in caso di controlli;
sssere in regola con il pagamento di IMU e TASI, se dovute.
La copia della documentazione elencata nei punti precedenti, deve essere allegata alla dichiarazione dei redditi.
Perchè la detrazione venga riconosciuta, è importante che il bonifico sia compilato in maniera corretta. All’interno di questo, devono essere indicati necessariamente:
il numero della fattura che viene pagata;
nome, cognome e codice fiscale del richiedente;
codice fiscale (o partita IVA) dell’azienda che effettua i lavor;i
il riferimento “Bonifico per detrazioni previste dall’art. 16-bis del Dpr 917/1986”.
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